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Un pomeriggio, sul tardi, si decide l´avvent

 

 

separatore Alla scoperta del Castello Santa Caterina

 

Alla scoperta del Castello Santa Caterina

 

Un pomeriggio, sul tardi, si decide l´avventura verso il luogo più alto dell’isola di Favignana, il Monte Santa Caterina, dove si trova il Castello ormai abbandonato.

A parte le riserve di acqua, la cosa di cui non dovete assolutamente dimenticarvi è la macchina fotografica, perché dal Monte si gode di una vista a 360° che è a dir poco spettacolare !

Il Castello di S. Caterina fu eretto in pietra calcarea locale a forma rettangolare. Il piano terra era infossato nella roccia e fu qui che, a partire dal XVII secolo, tennero i prigionieri politici. Il primo piano era costituito da locali probabilmente di alloggio per la guarnigione e sovrastato dalla terrazza di avvistamento. Un piccolo fossato correva lungo la facciata e l’ingresso era possibile attraverso un ponte levatoio che successivamente è stato sostituito da un corridoio. La luce all’interno del castello penetrava attraverso un gran numero di finestre, feritoie, spiragli e buche. Nel piano superiore del Castello vi erano una serie di stanze che dovevano appartenere agli ufficiali e ai soldati e vi era anche una cappella intitolata a S. Caterina, dove il prete celebrava la messa per i detenuti. Si presume quindi che il nome dato al Castello derivi dalla chiesetta o cappella presente. Durante il dominio dei Borboni non mancarono cospirazioni contro la dinastia. I regnanti attuarono una politica di dura repressione contro i cospiratori e 32000 persone vennero imprigionate proprio nel Forte, che venne attaccato dai rivoltosi e in parte distrutto.

Il Castello oggi è abbandonato, trascurato, ormai ridotto a un rudere esposto ai venti di tutta l’Isola e agli agenti atmosferici. La traccia archeologica saracena è solo intuibile, le segrete sono state sigillate, nascondendo anche i messaggi lasciati dai detenuti. Dopo la Seconda Guerra mondiale, il castello di S. Caterina fu requisito dalla marina militare e negli anni ’50 venne affidato ad un custode. Oggi è preso d’assedio dalle mucche della zona che pascolano tranquillamente intorno e all’interno del Castello.

 

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